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Matrimonio simbolico a Venezia, dall'Oriente con amore

Matrimonio simbolico a Venezia, dall'Oriente con amore

Nel giorno che rimanda all'immortalità dell'amore, Alfred e Cici si sono sposati con una cerimonia simbolica a Venezia.

 

Nuvole miste in libero e sparpagliato cammino dentro il cielo. Le acque del Canal Grande in dolce subbuglio (e attesa). Sulla terrazza di una delle più lussuose suite del rinomato Westin Europa & Regina di Venezia c'è un evento speciale da celebrare: le nozze di Alfred e Cici, di Hong Kong. Un momento, come da tradizione, a lungo sognato e che qui, nell'antica Repubblica Marinara, ha trovato la sua più naturale e romantica consacrazione. Un matrimonio simbolico a Venezia da celebrare il 9 settembre. Un giorno e un mese  per niente casuali. Nella cultura orientale infatti il numero 9 simboleggia il "per sempre innamorati”.

Rifacendo dunque (quasi) lo stesso tragitto di ritorno che secoli addietro il mercante veneziano Marco Polo compì, Alfred e Cici si stanno per sposare. Hanno volato (loro) per più di 9.000 km per dare forma e magia al proprio atto finale. Adesso quel giorno è arrivato. Cornice del lieto evento, il sopracitato albergo. Chiamarlo così però sarebbe riduttivo. Il Westin infatti non è un mero edificio ma un'imponente struttura nata dall'unione di cinque palazzi risalenti al XVIII e XIX secolo, il più antico dei quali era in origine di proprietà della nobile famiglia Tiepolo . Questa ebbe un ruolo assai importante nella storia della Repubblica di Venezia con due dogi (Giacomo e Lorenzo, XIII sec.), il patriarca Giovanni (XVII sec.) e più avanti nel tempo guadagnò gli onori della cronaca il pittore Giambattista (1696-1770).

Un altro palazzo poi, oggi parte integrante del Westin Europa & Regina, ebbe l'onore di veder rappresentata la prima opera del celeberrimo compositore marchigiano Gioachino Rossini (1792-1868). Fino a inizio XIX secolo infatti (1818), la gente non vi soggiornava ma applaudiva; era infatti la sede del teatro di San Moisè, chiamato in seguito Teatro Minerva. Ed è proprio qui che il 9 luglio del 1896 i fratelli Auguste e Louis Lumière, gli ideatori del proiettore cinematografico, mostrarono per la prima volta la loro rivoluzionaria invenzione. Dopo vari passaggi di proprietà e divenuto infine albergo, molti e prestigiosi ospiti hanno soggiornato tra il comfort della raffinata atmosfera del Westin. Uno su tutti, il padre dell'impressionismo. Il pittore francese Claude Monet, che tra le sue opere dipinse anche la chiesa di San Giorgio. Quella stessa che anche Alfred e Cici hanno potuto ammirare dall'alto della loro suite mentre si avviavano a unirsi in matrimonio.

Venezia, 9.9.14. È un martedì senza festività incombenti. I vincitori della 71° edizione della Mostra del Cinema hanno da poco lasciato l'isola. I colori della Regata Storica, svoltasi appena nove giorni prima, sembrano ancora nell'aria. Niente gare adesso. Nell'amore si vince insieme o non si partecipa proprio.

Nelle rispettive stanze con vista sulla Punta della Dogana i due sposini si danno gli ultimi ritocchi. Chi si fa sistemare i capelli, chi controlla i propri gemelli. Lì fuori, a pochi passi da loro, un'anomala alta marea di fine estate fa il solletico alla Basilica di San Marco con conseguente gioia dei turisti che passeggiano e scattano foto su foto. Lì sopra invece, c'è un altro clima. Composto e intenso. Alfred è in classico smoking. Cici con un fiore bianco a ornarle l'acconciatura e uno smalto color pesca sulle unghie in tinta con l'abito a strascico.

I due promessi arrivano. Una timida brezza non scalfisce i loro impeccabili visi, capaci comunque di far trasparire qualche cenno di commozione. Al loro fianco ci sono le famiglie. Un padre è sempre un papà. Il rito di accompagnare “all'altare” la propria figlia col velo è terra comune in qualsiasi parte del mondo. Un crescendo di emozioni. Il campanile della chiesa di San Giorgio (in prospettiva) appare ormai l'ultimo baluardo a dividere i loro cuori. Qualche parola scivola tra le labbra. Lui è felice di prenderla in sposa. Lei è davvero felice di averlo al suo fianco.

E come un incantesimo appena nato, I do – I do. Prima lei, poi lui. Alfred e Cici si scambiano finalmente il primo bacio da marito e moglie. La Punta della Dogana lì dietro guarda compiaciuta, brinda e applaude per loro insieme a una delicata pioggia di petali rossi fatta “umanamente” cadere. Anche il Leone di San Marco “ha qualcosa da dire”, svolazzando sul gonfalone appena sopra la testa degli ormai ex-fidanzati. A chiudere il quadro paesaggistico, l'imponente Basilica della Salute la cui cupola gigante sembra la metafora perfetta per la grandiosità di questo giorno.

Adesso tutta Venezia li può salutare. Alfred e Cici escono dall'hotel per concedersi una rilassante passeggiata nella vicinissima piazza San Marco. Danzano per la vita. Danzano nell'amore. Si tengono per mano. Attraversano le Procuratie Nuove sotto lo sguardo incuriosito dei clienti dello storico Caffè Florian. Nel tornare indietro fanno una piccola sosta nella Loggetta del Sansovino, proprio alla base del campanile. Guardano la folla, doge e dogaressa per una giorno.

Adesso però è l'ora di “abbandonate la terra”. Moderni (e grandi) cavallucci marini neri attendono. C'è una gondola per loro. Un piccolo assaggio del lungo viaggio insieme che li attende. Cici è rilassata e si adagia innamorata sul suo giovane marito Alfred. Parafrasando il film generazionale Il corvo (1994, di Alex Proyas), “Le maree salgono, la gente si scambia promesse. Il vero amore è per sempre”.

 

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