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Matrimonio cattolico a Venezia, la candida favola di Ersilia e Cataldo

Matrimonio cattolico a Venezia, la candida favola di Ersilia e Cataldo

Prima le nozze a San Marco, poi il raffinato e lussuoso ricevimento nel salone Veneziano del Ridotto all'hotel Monaco. Che la festa e l'amore regnino “dogali”!

 

Si sono incontrati, corteggiati e innamorati. Calabresi entrambi, lei responsabile marketing originaria di Crotone e lui oculista di Cosenza. Sono partiti insieme per dare forma eterna al proprio sogno nuziale, e così sabato 20 settembre, Ersilia e Cataldo hanno pronunciato i sacri voti del matrimonio cattolico a Venezia, nella cripta della Basilica di San Marco. Hanno scelto l'orario pomeridiano per immortalare le lancette del loro amore. Quel momento in cui la Serenissima lascia le masse tornare a bordo delle grandi navi e si fa più intimo affresco di storie umane.

Venezia, 20 settembre 2014. Come nella tradizione più classica, il “maschietto” si avvia da solo verso l'altare. Cataldo ha preferito la privacy di un appartamento per il suo ultimo soggiorno da single. All’ora fatidica è uscito attraversando piazza San Marco e si è ricongiunto con parenti e amici, in attesa dell’arrivo della sua amata. Ersilia invece, accompagnata dai genitori e alloggiata in una suite dell'Hotel Monaco e Grand Canal, è sbarcata con un motoscafo privato, passando prima sotto il Ponte della Paglia e poi “il collega” dei Sospiri dove turisti da tutte le latitudini scattano foto imperiture. Il bianco della pietra d'Istria della struttura, così come le tonalità delle due sponde lapidee (Palazzo Ducale e Prigioni Nuove), fanno da naturale e candida passerella all'arrivo della sposa.

Se il suo promesso ha provveduto da sé agli ultimi ritocchi, lei si è lasciata aiutare dalla mamma in un crescendo di tenera amorevolezza. Un momento che entrambe non potranno mai dimenticare. Un istante che un giorno racconteranno a figli e nipoti. L'attesa intanto cresce e le sue scarpette Cenerentolesche sono fuori a godersi l'aria salmastra insieme al bouquet di fiori di mughetto (pianta erbacea prealpina). L'atmosfera intima della cripta della Basilica di San Marco ha il “sapore” e l'atmosfera di un'altra epoca. Un posto speciale dove fede e sentimenti vanno a braccetto nel nome dell'amore più divinamente umano. Un delicato violino scandisce il ritmo dell'amore. La cerimonia si snoda secondo il classico rituale cattolico fino al definitivo, “puoi baciare la sposa”. Qualche lacrima di commozione e poi via. Gli sposi escono. Palloncini bianchi e rossi a forma di cuore vengono liberati nel cielo. Volano sopra la basilica. I venti li disperdono. Qualcuno punta deciso verso il vicino Mare Adriatico, qualcun altro “è più interessato” alle montagne. Altri ancora galleggiano nell'aria senza troppe pretese. Qualcuno “più pigro” finisce presto la sua corsa accasandosi nel portale basilicale di Sant'Alipio, la casa dell'originale mosaico duecentesco rappresentante l'ingresso del corpo di San Marco nella Chiesa com'era allora.

Dall'atmosfera compassata della cerimonia alla festa di ricevimento, sposi e rispettivi entourage si spostano all'Hotel Monaco e Grand Canal. Un albergo questo affacciato sulla laguna dove le acque del bacino San Marco confluiscono/s'incontrano con i primi gorgoglii del Canal Grande. Un posto da cui godersi il cosiddetto triangolo delle meraviglie: San Giorgio, San Marco e Salute/Punta della Dogana.

Di proprietà della famiglia Benetton, l'hotel Monaco è sorto su di un antico palazzo di proprietà dei nobili Dandolo, dei quali vi furono ben quattro dogi nella storia della Repubblica di Venezia. Ma oltre al lignaggio, c'è un altro aspetto molto particolare. A partire dal XVII secolo infatti, qui venne istituito il primo casinò pubblico, chiamato anche Ridotto, dove i nobili (e non) dell'epoca, Giacomo Casanova incluso, si riducevano, cioè si ritiravano a giocare in maschera (per non essere riconosciuti). Ed è proprio qui, nel salone del Ridotto che ha avuto luogo lo splendido ricevimento nuziale, allietato dalle melodie anni '30-40 dello swing acustico.

Un grande matrimonio lo si riconosce anche dai piccoli dettagli. Non solo i classici segnaposti. Ogni tavolo aveva un nome preciso, in perfetta sintonia con l'atmosfera storica veneziana. Una volta seduti, gli ospiti si sono così ritrovati “a essere” Serenissimi Principi, Dogi, Granduchi, Duchi, Marchesi, Conti, Visconti, Baroni, Signori e Cavalieri. Anche la “forchetta” però vuole la sua parte, e il menù preparato a base di pesce è stato un autentico viaggio nel piacere del palato a cominciare dai prelibati antipasti a base di bocconcini di baccalà mantecato su polenta grigliata, cartoccio di calamari e scampi con rondelle di zucchini fritti, polentina morbida con schie di laguna e spiedino di polipo con sedano croccante, il tutto innaffiato da Bellini, prosecco e soft drink al vassoio. Spazio poi ai due Primi: risotto agli agrumi con burrata e gamberi rossi, ravioli con ripieno di pesce in sugo di crostacei. Un unico grande Secondo a base di filetto di branzino al forno in leggera crosta di finocchi e salsa al Prosecco e zafferano con patate al vapore e un’altra verdura di stagione. Una cena fiabesca chiusa in bellezza con spiedini di frutta, torta millefoglie in crema Chantilly con frutti di bosco, caffè e una cascata di confetti.

Ersilia e Cataldo hanno danzato. Si sono guardati intensamente. Anche i bambini li hanno applauditi. Lusso del salone a parte, la vera ricchezza dei neo-sposi è il reciproco amore corrisposto. E dopo tanti sorrisi, strette di mano e congratulazioni varie, arriva il momento più intimo. Un romantico giro in gondola e taxi per la città. Il percorso è quasi d'obbligo: Canal Grande con passaggio sotto i ponti dell'Accademia e Ri' Alto, per poi far ritorno al Monaco. Adesso sulle loro mani c'è qualcosa di nuovo che risplende. Un anello. Una fede. Il tempo si è fermato, qui. Ora, a Venezia. Con le mani di Erisilia e Cataldo in dolce unione. 

Ph: Fotografia Carelli

 

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